Incompresi e sottovalutati. Lo studio sulla trasformazione digitale vista dai leader aziendali condotto dall'istituto Ipsos mostra una scarsa comprensione dei cambiamenti in corso.
Presentata a maggio, l'indagine condotta congiuntamente da CESI e IPSOS sulla transizione digitale rivela risultati contrastanti. Solo 29% dei dirigenti considerano il tema essenziale, mentre 31% ritengono che la tecnologia digitale sia un'opportunità. Questi dati si riferiscono a tutte le aziende. Per i dirigenti di aziende con più di 250 dipendenti, 69% dei responsabili aziendali considerano la transizione digitale essenziale e strategica. Esiste una netta divisione tra i due mondi.
60 miliardi di euro generati da posti di lavoro legati alla trasformazione digitale
Per Brice Teinturier, direttore generale di Ipsos, questi risultati dimostrano che il concetto di transizione digitale non è più un problema. Questa interpretazione ottimistica non è condivisa dal CESI, che ritiene che questi dati indichino una scarsa comprensione dell'argomento da parte delle aziende e delle PMI e un impatto sottostimato sull'occupazione.
In occasione di una tavola rotonda tenutasi il 9 maggio presso il CESI, Philippe Lemoine, presidente del FING, ha sottolineato che "nei prossimi 15 anni si prevede la scomparsa della metà dei posti di lavoro attuali. E supponendo che i mercati finanziari abbiano ragione quando prevedono che gli attori digitali dirotteranno verso di loro i mercati tradizionali, abbiamo stimato questo trasferimento in 60 miliardi di euro... Non si tratta affatto di cambiamenti marginali".
Trasformazione digitale: confusione tra IT e nuovo ciclo
Per il presidente di Fing, questa sottovalutazione deriva da una confusione tra IT e digitale, aggiungendo che la trasformazione digitale nasce da un ciclo completamente diverso da quello dell'IT aziendale, più incentrato sulla ridefinizione delle relazioni con i clienti e sull'introduzione di una gerarchia più flessibile all'interno delle aziende. Questo non è contestato dai leader aziendali, 54% dei quali ammettono che il livello delle richieste dei clienti è aumentato, portando la metà di loro a modificare le relazioni con i clienti.
D'altra parte, meno della metà ritiene che questi cambiamenti non abbiano alcun impatto sulla natura della formazione dei dipendenti o sulla ricerca e l'innovazione.
In definitiva, questi risultati dimostrano che i leader aziendali sono ambivalenti riguardo alla transizione digitale e, nonostante tutto, non comprendono l'impatto di questa trasformazione sui cambiamenti da apportare per rimanere in gara.